venerdì 16 settembre 2016

È negli occhi


Non credo sia passato molto dal mio ultimo pezzo, eppure sembra così tanto...
Giorni di cambiamento, giorni passati nello stagno, giorni uguali a se stessi e completamente diversi.
Non ho ancora realizzato tutto quello che mi è accaduto intorno, mi limito ad alzarmi al mattino sperando nella consapevolezza, credendo che sarà il giorno giusto... giusto per cosa, poi, ancora non lo sò.

Ho in testa molti progettini per la mia fotografia, per i miei scritti, preparo tutto nella mente e poi lascio andare all'oblio. Manca il tempo, ho troppe cose da fare, non ho voglia di fare, non ho la notte dalla mia, ho mille scuse adatte al mio fancazzismo militante. Semplicemente ancora non mi ci sono messo, creare una mia pagina slegata da me e riempirla solo dei lavori "decenti", prendere in mano la macchina e far lavori seri al posto delle mie solite goliardate...
Non mi riesce, il rischio è fossilizzarmi sul mio "stile" da schizzato, non dargli la giusta eleganza, non rendergli giustizia. Bado bene alle parole, è ovvio che intendo "piace a me" e non "piace agli altri", è palese che voglio un percorso completamente ignorante e totalmente libero. I risultati non credo porteranno mai in qualche direzione, però devo farlo. Non tentare, provare, non metto un condizionale in qualcosa in cui non ammetto fallimento o tentennamenti.

Questo ci porta ad un altro problema... Cos'è la fotografia? Fermare l'attimo, renderlo eterno, trasmettere emozioni, trasmettere messaggi, denunciare, far breccia... Cos'è la fotografia che non piace? La fotografia che non è interessante, la fotografia che non viene guardata, che senso di esistere porta con sè?

Perchè il selfie delle vacanze, il gatto di casa, la nonna con le lasagne, perchè simili immagini trasmettono piacere e chiamano like? È per la tecnica? Per l'immagine, per la dolcezza del messaggio, per il carisma? No. metto like perchè ti conosco e vederti fare il pirla con lo scolapasta mi fà ridere, letteralmente "Mi Piace".
Questo come ricollega? Semplice, la fotografia così come intesa è social. Non mi piace la tua foto, siamo amici ed è come se tu mi raccontassi qualcosa... Ad uno sconosciuto il tuo gatto fà schifo come gli altri milioni di gatti del mondo. E anche le lasagne di tua nonna magari non si salvano...

Devi uscire dal guscio, devi creare qualcosa per farti distinguere, far bene, fare qualcosa che piaccia al di fuori della tua cerchia di amici, familiari... Fare il colpaccio direi.
La fotografia che non piace si butta proprio in tale contesto, cerca il proprio spazio nel mare di squali... Se non è forte, se non è fatta bene, se non dice qualcosa viene divorata dall'oblio. Indifferenza, il nulla, il vuoto cosmico fagocita quello che fài e il tuo ego viene preso a sprangate tra i denti.

Ma...

Nel "ma" arriva la differenza tra quelli che appendono la camera al chiodo e quelli che invece la stringono più forte... Se non scatti in cerca della foto da postare su Faccialibro, se non vai a caccia di Like come a caccia di Pokemon, se quello che fai lo crei per te... allora sei a cavallo.
Quello che scatterài può venire criticato, può farti crescere, può farti capire in che direzione vai... Inizi difendendoti a spada tratta, ti nascondi dietro "a me piace così", ma è solo quando riesci ad accettare per bene le critiche che impari. Impari come far meglio o come zittire chi ti insulta.

Sia come sia io la stringo più forte... Quelli che hanno appeso al chiodo la loro macchinetta a quanto altro rinunciano nella loro vita?

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