giovedì 24 novembre 2016

Compagni di Viaggio... chiude i battenti.

La vita è così.

Oggi sei da una parte, domani potresti essere da un'altra. Questo blog, nato per raccontare imprese motociclistiche e goliardiche si è evoluto con me, con le mie passioni.
È nato come esperimento ed ha subito avuto un sacco di letture, son passato alla fotografia e anche il blog ha virato in tal senso... Ancora più pubblico, la mia valvola di sfogo quando non girava bene e la mia lavagna in cui raccontare quando tutto era figo.

L'ultimo periodo no. L'ultimo periodo è durato 6 mesi circa... 6 come numero, come unità di misura in cui ho dato l'anima per qualcosa di marcio.
Marcio come solo la menzogna può esserlo, come solo chi si prende gioco di te può capire.
Marcio è brutto, il mio viaggio è diventato marcio. Il mio viaggio è diventato brutto.

Si volta pagina, si butta il libro e si cambia libreria, si và lontano mille miglia... Ovunque, ma da ora solo. Io e la mia Moto, io e la mia Niki, io e me stesso.

Io Me e GrassMEn.

Compagni di Viaggio chiude per mancanza di protagonisti.

mercoledì 23 novembre 2016

Io Me e GrassMEn


Inizio sempre con le stesse cose... "È tanto che non scrivo blablablablabla... bla."
Troppi bla.

Solo bla, solo le solite paroline e branetti che accompagnano la foto di turno, quello che accade in quei momenti di ispirazione, a volte forte, che sempre più raramente mi catturano.
Non dovrei scrivere solo quando sono ispirato o solo quando ho il tempo... Non avrò mai il tempo se non mi prendo il tempo.
Sbagliato anche questo.
Non farò strada finchè proverò a far progettini e pilota aspettando l'evolvere delle cose... Il mio talento, per piccolo e inutile che sia, è come quell'omino là sopra. Mi guarda senz'occhi, braccia sui fianchi e respiro pesante.
Se potesse fulminarmi lo avrebbe fatto, eccome se lo avrebbe fatto. Potrebbe sempre girarsi e andarsene, voltarmi le spalle e lasciarmi un pò più vuoto, un pò meno interessante. Io che ho sempre guardato il mondo con gli occhi del bambino mi troverei ad osservarlo senza realmente curiosare. Immagini vuote, come quelle di un telefonino, di uno "smartphone" come è chiamato oggi.

Al diavolo gli smartphone.

Una civiltà intera interconnessa, legami forti in wireless. Siamo la generazione globalizzata, andiamo intorno al mondo alla velocità della luce, siamo in due posti contemporaneamente mentre il nostro corpo è seduto al pub davanti alla birra che sgasa.

Al diavolo facebook... Al diavolo Twitter? Al diavolo i legami senza legacci.

Stiamo portando avanti un mondo che non ha radici, che non ha scopo. Siamo figli di quelle immagini che ci scorrono davanti, mettiamo un like al gattino e alla fotina del nostro amico, rendiamo piacevole la vita altrui e godiamo di questo nostro piccolo atto di dolcezza... facciamo solo schifo.
Metto un "like" a tizio e mi aspetto riconoscenza a ruoli invertiti... Come ho descritto una serata di audiovisivi potrei dire: "un menarselo a vicenda".

...cosa stavamo dicendo? Ah già, talento... Annebbiato in questo ultimo periodo, un vero schifo quel poco che sono riuscito a creare, niente di quello che potrei davvero mettere in pentola.

... e allora accendo i fuochi, ognuno ha la propria personalissima valvola di sfogo. Questa è la mia, e per chiunque si senta chiamato in causa offro il mio massimo rispetto e stima, non mi rivolgo a nessuno.

martedì 15 novembre 2016

Il Sogno di Max

Quello era un giorno speciale, come solo un giorno degno di essere raccontato può esserlo...

Sapete quelle mattine dove è il sole a svegliarti? Spesso il primo pensiero è alzarsi, aprire gli occhi
e alzarsi, è tardi, è sempre tremendamente tardi per fare qualunque cosa... spesso è lavorare, se è
domenica puoi girarti dall'altro lato e nasconderti da quei raggi di sole...Questo non vale per Max.

Sono anni che vive di luce o della sua assenza, che la attraversa e la domina, che si lascia dominare... Per Max sentire quel raggio di sole pungere gli occhi è stato un piacere, l'interruzione di un sogno: una donna bellissima, la nebbia, Como, una strega, la notte, un fantasma, una Dea... e quel raggio di sole lo sveglia proprio nel mezzo.
Non apre gli occhi e sorride... Ha già in mente la foto che realizzerà nel pomeriggio di workshop, deve solo scattare e creare la magia nella nottata insonne che seguirà...

Tutto questo accade quando ancora non è cominciata la sua giornata.


Io al momento sono ancora tra quelli che si girano dall'altra parte.

domenica 30 ottobre 2016

This is not me


Questo non sono io.

Facile direte voi, nella foto c'è un gatto, i quadrupedi non scrivono blog e soprattutto questo nella foto stà dormendo di gusto...
Esatto, stà dormendo di gusto... e io no.

Non è l'unica differenza, il fatto che io abbia il pollice opponibile e cammini a due zampe sono indubbiamente vantaggi dell'evoluzione, ho la possibilità di scegliere se camminare eretto o carponi, cosa che a volte faccio anche... Per il quadrupede peloso (il gatto intendo, non io) la cosa si complica. Potrebbe anche imparare stare in piedi, ma difficilmente potrebbe comporre frasi di senso compiuto sulla tastiera di questo pc.
In qualche modo riuscirebbe premere l'otturatore della mia Nikon ma lo vedrei in difficoltà ad inquadrare e mettere a fuoco...
Tutti vantaggi miei, insieme a molti altri...

Perchè mi lamento?
Perchè l'unica fatica di questo peloso amico è sprimacciare il cuscino prima di dormire, alzarsi dopo essersi stufato di dormire e mangiare quando lo stomaco brontola... ovviamente tra una dormita e l'altra.
L'altra fatica è uscire e catturare serpentelli, locuste e lucertole e portarmeli vivi in casa, assicurandosi di liberarli solo se ben vispi e incazzati.
Altro? Dormire l'ho già detto?
...
È vero, io magari posso avere una vita più appagante, correre e saltellare in giardino per catturare insetti e rettili non è la mia massima aspirazione... ma quando passi giornate intere a pulire, sistemare, traslocare e spostare oggetti più o meno grandi per tutta casa... quando sei talmente stanco e affamato che non capisci se hai fame, sete, sonno o sonno... quando strisci sul pavimento cercando di raggiungere il divano e trovi questo quadrupede... un pò la poesia ti viene.

Una poesia di parolacce.

venerdì 7 ottobre 2016

Diabo PH (5.5 neutro sulle paelle)


Abbiamo tutto!
Abbiamo una macchina fotografica!
Abbiamo un gatto acchiappalike che neanche "culi e tette"!
Abbiamo la faccia tosta di buttarci nella mischia? Ehm... Potrei dire... Abbiamo la faccia da pirla per buttarci nella mischia?


Si, forse la faccia c'è ma non mi butto lo stesso.
Non sono un fotografo, non mi proporrei mai in tal modo nemmeno fra un milione di anni.
È presto spiegato il senso, è presto definito e netto il motivo: non sono tale. Potrei usare un sacco di parole e stendere paragrafi infiniti, ma non basterebbe per cogliere le mille sfaccettature della questione... molto meglio usare un detto:
"Non cercare di essere un grande uomo, sii solo un uomo e lascia il giudizio alla storia".

La storia non parlerà mai di ciò faccio, le persone come me non sono destinate a scrivere pagine di tal portata... Le persone come me le trovi tra le righe, non si faranno mai ricordare per aver salvato il mondo ma avranno il merito di non aver fatto nulla per farlo peggiorare... ed è già gran cosa.

Torniamo al PH... È una sigla, niente più che due lettere, eppure è molto di più.
È come guidare una moto, saper correre davvero forte... questo ci rende piloti?
È come saper cucinare dannatamente bene... diventiamo cuochi?
È come un sacco di cose che crediamo di saper fare molto bene, questo non ci rende degli specialisti... Perchè spacciarci per tali?
Quanti PH vedo in giro, spuntano come funghi in autunno e sono tossici come una Amanita Muscaria, altresì detto ovolo malefico... Ti ammazzano gli occhi, vien voglia di fare come il Meme di topolino (chi non lo conosce vada su S.Google a cercarlo).
Ti fanno credere di essere più bravo di loro, ti fanno pensare di iniziare a far bene... non è così. Ognuno punta al proprio miglioramento, prende a modello qualcuno di bravo e prova a carpirne i motivi che portano una foto ad essere nettamente sopra le media. La sua... e la tua no.
Ma quando vedi certe bestialità è inevitabile pensare... che merda! ... che cazzo, fà proprio schifo o sono diventato pignolo?
... chiedi a qualcuno che ne capisce più di te, la risposta è inevitabile: fà schifo proprio.

... una volta regalavano nomine ai peggiori incompetenti sulla faccia della Terra, ora no, ora non più. Le nomine se le possono dare da soli.

È una questione di rispetto, di umiltà, una questione di orgoglio anche... sicuramente una questione di contatto con la realtà.

Saluti da Diabo (senza PH che stà tanto bistrattato ultimamente).

mercoledì 21 settembre 2016

Scettico destino.


Non credo ancora al destino.
Penso sempre di essere artefice del mio futuro, autore del mio passato, però... a volte anche lo scettico più convinto si becca una bastonata tra i denti.

Oggi è stata una giornata davvero dura, è iniziata tardi... Il cellulofono ha pensato bene di svegliarmi senza emettere un dannato suono, solo lampeggiando come un deficiente. Io ho il sonno pesante, figuriamoci se uno schermino da due soldi poteva destarmi dal letargo... fatto stà che mi sono alzato un'ora dopo, che in officina tutti erano già al lavoro e io dovevo fare un corso privato sul mio CN.
Bene cazzo, strabene... Neppure il tempo di prendere coscienza che ero già sulla strada per il lavoro, che ero già in spogliatoio a timbrare e davanti alla mia macchina utensile pronto la lezione. Il prof è arrivato due ore dopo, salvato in calcio d'angolo. Il capo ha avuto pietà di me, si è limitato a ridermi in faccia...
Pausa pranzo, pausa senza pranzo... Da qui in avanti la giornata si è irrimediabilmente piegata a 90, tutto per il verso sbagliato.
Non fà eccezione la mia serata, voglio solo bermi una birra con un buon amico e fare due tiri a biliardo... Una doccia lunga come un'era geologica, un paio di jeans e son pronto: esco la moto. Per un pelo è lei a non uscire me.
Faccio qualche centinaio di metri, la sento strana ma non dò caso alla sensazione, prima curva e tutto và sottosopra. Sbanda il posteriore, scantona e poi apre di nuovo... Zampata a terra, striscio un cordolo dello svincolo e zampata di nuovo... due metri dopo son fermo con la scarpa aperta. Io in piedi, la moto pure.
Mi guardo il piede e sembra che la suola voglia parlarmi, ha due labbroni enormi e una specie di lingua fatta con il tessuto... se avesse potuto proferir parola credo mi avrebbe insultato pesantemente.
Controllo il posteriore e trovo la gomma semiafflosciata, si regge sulla spalla molle. Rimonto in sella, inversione e torno a casa... non mi serve una birra questa sera, mi serve tempo per me...

Questa serata non s'ha da fare, ho ben altro di cui prendermi cura... nel frattempo, pizza a domicilio?

venerdì 16 settembre 2016

È negli occhi


Non credo sia passato molto dal mio ultimo pezzo, eppure sembra così tanto...
Giorni di cambiamento, giorni passati nello stagno, giorni uguali a se stessi e completamente diversi.
Non ho ancora realizzato tutto quello che mi è accaduto intorno, mi limito ad alzarmi al mattino sperando nella consapevolezza, credendo che sarà il giorno giusto... giusto per cosa, poi, ancora non lo sò.

Ho in testa molti progettini per la mia fotografia, per i miei scritti, preparo tutto nella mente e poi lascio andare all'oblio. Manca il tempo, ho troppe cose da fare, non ho voglia di fare, non ho la notte dalla mia, ho mille scuse adatte al mio fancazzismo militante. Semplicemente ancora non mi ci sono messo, creare una mia pagina slegata da me e riempirla solo dei lavori "decenti", prendere in mano la macchina e far lavori seri al posto delle mie solite goliardate...
Non mi riesce, il rischio è fossilizzarmi sul mio "stile" da schizzato, non dargli la giusta eleganza, non rendergli giustizia. Bado bene alle parole, è ovvio che intendo "piace a me" e non "piace agli altri", è palese che voglio un percorso completamente ignorante e totalmente libero. I risultati non credo porteranno mai in qualche direzione, però devo farlo. Non tentare, provare, non metto un condizionale in qualcosa in cui non ammetto fallimento o tentennamenti.

Questo ci porta ad un altro problema... Cos'è la fotografia? Fermare l'attimo, renderlo eterno, trasmettere emozioni, trasmettere messaggi, denunciare, far breccia... Cos'è la fotografia che non piace? La fotografia che non è interessante, la fotografia che non viene guardata, che senso di esistere porta con sè?

Perchè il selfie delle vacanze, il gatto di casa, la nonna con le lasagne, perchè simili immagini trasmettono piacere e chiamano like? È per la tecnica? Per l'immagine, per la dolcezza del messaggio, per il carisma? No. metto like perchè ti conosco e vederti fare il pirla con lo scolapasta mi fà ridere, letteralmente "Mi Piace".
Questo come ricollega? Semplice, la fotografia così come intesa è social. Non mi piace la tua foto, siamo amici ed è come se tu mi raccontassi qualcosa... Ad uno sconosciuto il tuo gatto fà schifo come gli altri milioni di gatti del mondo. E anche le lasagne di tua nonna magari non si salvano...

Devi uscire dal guscio, devi creare qualcosa per farti distinguere, far bene, fare qualcosa che piaccia al di fuori della tua cerchia di amici, familiari... Fare il colpaccio direi.
La fotografia che non piace si butta proprio in tale contesto, cerca il proprio spazio nel mare di squali... Se non è forte, se non è fatta bene, se non dice qualcosa viene divorata dall'oblio. Indifferenza, il nulla, il vuoto cosmico fagocita quello che fài e il tuo ego viene preso a sprangate tra i denti.

Ma...

Nel "ma" arriva la differenza tra quelli che appendono la camera al chiodo e quelli che invece la stringono più forte... Se non scatti in cerca della foto da postare su Faccialibro, se non vai a caccia di Like come a caccia di Pokemon, se quello che fai lo crei per te... allora sei a cavallo.
Quello che scatterài può venire criticato, può farti crescere, può farti capire in che direzione vai... Inizi difendendoti a spada tratta, ti nascondi dietro "a me piace così", ma è solo quando riesci ad accettare per bene le critiche che impari. Impari come far meglio o come zittire chi ti insulta.

Sia come sia io la stringo più forte... Quelli che hanno appeso al chiodo la loro macchinetta a quanto altro rinunciano nella loro vita?

lunedì 5 settembre 2016

Strana vita

Dovrei essere a letto da un pezzo...

È tardi, non per come vivo normalmente ma per come i guai si buttano a capofitto su di noi.
Se fossi un pò più coscienzioso avrei mollato il pc almeno un paio di ore fà... Mi sarei fatto la meritata doccia dopo una giornata di officina e avrei cercato i sogni nel cuore della notte. Non posso, non potevo farlo... Sono giorni in cui non ho il tempo di pensare, giorni in cui ho ricevuto schiaffi dal destino e baci dalla fortuna.
A volte basta un attimo, un solo secondo in cui tutto quello che ti circonda cambia repentinamente, senza chiedere permesso... Passi da una chiaccherata davanti ad un concerto ad un incubo a occhi aperti.
E corri, mentre il tuo cervello ancora non realizza il tuo corpo è già corso via, si è lanciato sulla moto e si è infilato un casco. La visiera appannata non è più un problema, i tuoi occhi possono vedere perfettamente a qualunque velocità, un paese mai sentito prima è esattamente la tua meta. E tu sai perfettamente dove si trova, ti dirigi come se una navigatore biologico guidasse la tua bussula, come se ogni atomo del tuo essere fosse attratto da una calamita, come se ogni secondo del cazzo fosse prezioso come il mondo intero.
E corri, due cilindri scoppiettano al ritmo del tuo cuore, il contagiri vola verso il cielo mentre senti il battito in gola... Non è la velocità a far lacrimare i tuoi occhi, lo sai, lo senti. Prima ancora di aver coscienza del tuo essere sei già arrivato, butti il casco a terra e ti lanci al posto che senti tuo, al suo fianco... và tutto bene, è tutto maledettamente perfetto, tutta la fortuna del mondo si è concentrata su quella curva del cazzo.
Perdi un colpo, come un infarto fulminante, poi ti guardi intorno e scopri che tutto è andato per il meglio... Vetri a terra, luci che lampeggiano, riflessi su carrozzerie schiantate... tutto bene. Tutti interi, tutti ammaccati ma felici di essere in piedi sulle proprie gambe.
L'istante eterno in cui perdi te stesso, in cui chiudi l'anima e il cuore per diventare un computer efficiente, perfetto, ogni cosa al posto giusto.
Calcoli su calcoli, cose da fare e sistemare, gente da sentire e da dirigere, documenti da portare e chiedere, una lista infinita da seguire fino in fondo, fino all'ultima virgola.

E ora? Ora sorrido... Un sorriso triste, un'euforia strana da ebbrezza, la coscienza che riporta a galla ogni singolo atomo della mia anima, la voglia di vivere e di spaccare il mondo, di spaccare il destino.

Ho sentito il calore di tanti amici, la loro vicinanza che cercava di tenermi a galla... Io che non ho mai chiesto aiuto, io che ho sempre cercato di farmi da solo, eccomi qua... Felice, talmente scioccato da non rendermi conto di quanto ho chiesto e ricevuto. Chiesto? Pochissimo... Ricevuto? L'universo...
Lo scrivo con gli occhi lucidi, lo scrivo con la leggerezza di chi ha provato paura e ha ricevuto coraggio. Io che non ho mai temuto per la mia vita mi sono ritrovato inerme di fronte al fato.

...e va bene così, un'altra pagina da scrivere, un'altra avventura da raccontare ai posteri. Ancora una volta siamo sul pezzo, il risultato sarà qualcosa di veramente figo, di veramente bello. Andiamo avanti sulla nuova strada.

martedì 30 agosto 2016

La grande abbuffata


A volte sono così. Cerco sempre il buono nelle situazioni, sono abbastanza ottimista, mi piace raccontare quello che mi passa per la testa in modo divertente... oggi no.

Ci sono quelle piccole cose che lasciano il tempo che trovano, quando arrivano al tuo cervello viene messa etichetta "Ignora" e non perdi il sorriso... Poi quelle cose mutano, cambiano, prendono un altro verso e altra immagine, ma sempre di quello si parla. Un'altra veste alla stessa stronzata.
È d'obbligo che io spieghi per bene ciò che intendo, in realtà non lo farò: ci girerò intorno. Chi mi conosce può "immaginare", chi legge per caso può mettere etichetta "Ignora" o andare fino in fondo...

L'idea.

Quell'Idea con la I maiuscola, quella che ti apre la strada e ti rende celebre. Non è da tutti, se falliscono in cento non è detto che uno ce la faccia... Morandi diceva "1 su 1000". Non saprei ma non ha importanza.
Da cosa arriva la mia rabbia? Dall'arte. Ci sono le magiche 7 arti, l'ultima è giusto del secolo passato... Perchè rabbia?
Perchè hanno già fatto tutto e ogni volta inventano qualcosa di nuovo. C'è però un comune denominatore di ogni corrente artistica, ispirazione e plagio.
Due cose differenti, ma se guardiamo bene sono la stessa medaglia e hanno la stessa faccia.
Immaginiamo il genio, quella singola Donna o Uomo che inventa una nuova corrente... Perfetta, la freschezza di una brezza marina, l'aria frizzante della sera, quella carezza tanto dolce, un bacio, l'Amore... Quel nuovo avvenire che verrà scritto nei libri, "TIZIA HA INVENTATO, CAIO HA INVENTATO..." e via discorrendo...
Andava così nel passato, basta pensare a Van Gogh, Picasso... Dalì e Andy Warhol andando avanti, Caravaggio tornando indietro... Ognuno ha fatto un passo in avanti o un passo a lato, ma ha comunque definito qualcosa di nuovo, unico, fresco... Magico.

Cosa non funziona?

Tutti quelli che hanno tentato di salire sul treno... A seconda della corrente storica ci sono stati artisti pazzeschi e un sacco di cazzoni che hanno cercato di "ispirarsi". Nient'altro che guardare cosa faceva uno che la storia la scrive (o che verrà consegnato in futuro ad essa) e cercare di prendersi una fetta del suo pasto meritato.
È sempre andata così nel passato...

E oggi?

È oggi che mi fà incazzare... Non sono nè uno scrittore nè un fotografo, cerco solo di imparare e impegnarmi al massimo... Non farò mai strada, voglio pensarla in questo modo e non crearmi mai un'aspettativa. Il resto viene da sè dicono... Intorno però vedo un sacco di "Ispirazione".
Seguo qualche personaggio che la storia potrebbe scriverla e mi accorgo di quanti seguono quella corrente... Lo stile. Guardi i loro lavori, le foto, gli scritti, ognuno tenta di replicare in meglio quello che qualcuno ha già fatto. Già visto, già vissuto, nessuno di loro potrà mai fare meglio...
Seguire l'ispirazione di qualcun altro non porterà a niente, ti relegherà sempre al secondo posto. Il primo dei perdenti. Come possono non capirlo?
È vero, per scrivere come per fotografare, per danzare o suonare, per qualunque arte occore la base. Devi avere piedi soliti e coraggio da vendere, non farti ammazzare dai pessimi risultati o dalle critiche. Imparare dai primi e capire dalle seconde. Ma tutto si riduce a questo, se vuoi creare qualcosa di nuovo devi muoverti in un terreno non battuto, dove le regole non sono ancora state scritte... E se ci sono? Devi violarle, bruciarle, fare di tutto per infrangerle a tutti i costi. Prima le impari per quanta pazienza hai, poi devi scegliere: adeguarti o adeguarle.

Arriva un progetto nuovo? Ecco che arriva la grande abbuffata, fatta dai buffoni, fatta da gente che non ha... NÈ ARTE-NÈ PARTE.

... bon appétit!

lunedì 29 agosto 2016

Un Matrimonio Meridionale

Lo faccio di nuovo... niente foto.

Tutta la vacanza intorno all'Italia è partita proprio da questo matrimonio calabro... Invito, destinazione lontana... andiamo!
Ci sono voluti due giorni per scendere, Bivongi è sotto Napoli e io non credevo ci fosse ancora un bel pezzo di terra... quando giungiamo a destinazione è pomeriggio inoltrato, e noi? Noi siamo a pezzi, stanchissimi.

Scendiamo il giorno prima del lieto evento, abbiamo giusto il tempo per rinfrescarci e vedere come tutto è diverso... Casa della sposa è aperta a tutti, gente che và e viene, si saluta e chiacchera, e poi via, restano solo le donne e le amiche in casa, i maschietti si fanno un giro... Io ne ho approfittato per passeggiare lungo la sera, ho avuto tutto il tempo che volevo per ammirare scorci e chiaccherare con la gente... fino alle 23.
Torno al bar e trovo il futuro marito con la combriccola, buona birra e amaro, qualcuno mangia, tutti se la raccontano, tutti tirano l'ora della Serenata.

Serenata? Ne ho sentito parlare solo in questa occasione, l'ho letta in qualche libro, non l'ho mai vista. Mai vissuta.
Le donne ci raggiungono, la sposa resta ad aspettare in casa mentre noi dirigiamo verso il punto di ritrovo. Un fiume di persone che aspetta l'ora giusta, nel mentre altri si uniscono, una processione quasi. Scatta l'ora X e tutti avanziamo, tutti sotto il balcone... e lo sposo canta. E anche gli amici cantano, e io resto a bocca aperta.
Ho in mano la Reflex e sono in un punto perfetto per cogliere i momenti giusti, ma non riesco... sono emozionato, prendo qualcosa per mio ricordo e resto incantato di fronte alla scena... Bella, romantica... Altri tempi, altre tradizioni.
Alla fine Cristina (è questo il nome della sposa) scende e abbraccia Pasquale, dalla folla un vero applauso... Qualcuno incendia dei fuochi d'artificio in strada, tutti sono in festa!
C'è un rinfresco, un'intera sala piena di spumante e birra, pizza, salatini, solo allora mi rendo conto di non aver mangiato dalla sera prima! Ne approfitto, solo dopo aver salutato i futuri sposini e averli ringraziati... bellissimo.

Il lieto evento si avvicina, è giorno e io ho tutto il tempo di leggere il giornale, bere qualcosa, fare ancora due scatti e poi andare a prepararmi. Sarà l'ultima volta che userò Niki, da quell'istante mi perdo nei preparativi, nel matrimonio, mi godo tutto in Full Hd. L'ho fatto di nuovo, daltronde ero circondato da fotografi e telefonini, non occorreva il mio occhio fotografico, li ho usati entrambi per me, per non perdere neanche un'istante.

Grazie, per l'invito, per l'esperienza bellissima.

Auguri Ragazzi.




Andrea

domenica 28 agosto 2016

...aggiornamenti lenti...

Ho un sacco di cose da scrivere, dovrei raccontare perchè il viaggio è andato avanti e il blog è rimasto indietro, inventare mirabolanti motivi scientifici e avventure da film... negativo, si è solo rotto il cellulare. Definitivamente. Completamente.

Da dove comincio? Dalla fine! E quando parlo di fine non parlo del nostro rientro, questo farà parte di alcuni pezzi che ancora devo fare... No, parlo di oggi, del giorno in cui...

...ci siamo messi nei guai...

Sapevo che sarebbe accaduto prima o poi, dovevo aspettarmelo... Giornata stanca questa domenica, pensiamo ad un giro in moto e finiamo col fare un giro fotografico.
Dovrei raccontare anche del precedente giro, fatto alla vecchia cartiera abbandonata, archeologia industriale, ma quello di oggi è partito subito malissimo.

Manicomio di Mombello.

Cerchiamo su Maps dove si trova, prepariamo lo zaino e ci lanciamo subito in direzione. Parcheggio davanti e non riconosco affatto la zona, sembra un normale ospedale ancora in funzione...Non lo è. La reception ha i vetri in frantumi, eppure alcune auto entrano come se nulla fosse. Nessuno attorno, solo quando sento un rumore dagli alberi mi accorgo che siamo osservati da un tizio trasandato nascosto nell'ombra. Con il sole dritto in faccia non mi ero accorto di nulla, lui invece ci ha notato benissimo...
La cosa non mi piace, avviso la mia Compagna e avanziamo come nulla fosse, lei minimizza mentro io mi metto sull'allerta. Esaminiamo la zona e notiamo una struttura perfettamente intera al centro del complesso, ai lati stradine per le auto e infine altri edifici, transennati però. Sembra una piccola oasi abitata nel mezzo dello sfacelo...
Ci spostiamo verso delle voci, sembrano ragazzini, pochi metri avanti troviamo un matto che chiacchera al cellulare in una lingua incomprensibile, a voce alta... Falso allarme, torniamo verso la parte principale e dirigiamo verso il primo edificio chiuso. La rete è tagliata in diversi punti, entriamo nel perimetro e seguiamo l'esterno fino alle finestre: dentro è un disastro. Bellissimo nella sua devastazione, abbastanza scioccante quasi, certamente perfetto per un set fotografico oscuro. Giriamo sull'angolo opposto, facciamo qualche scatto di prova e... "Andre, spostati che ti rifletti nel vetro". Ti pare se non infastidisco la mia fotografa preferita?
Mi sposto un metro indietro, guardo attraverso lo spigolo per vedere se c'è qualcuno e...
eccolo là il nostro compagno di avventure.
Alto come un armadio, largo come un armadio, pesante come un armadio.
Con una borsa tenuta stretta al fianco.
Con qualcosa stretto nella mano.
15 metri, forse meno, avanza dritto su di noi a passo spedito, è rimasto all'esterno della rete e non si è accorto che l'ho visto. Sà bene dove siamo però, ci ascoltava parlare. Un curioso? No, decisamente una persona che non vorresti incontrare, certamente preferiresti non dover affrontare.
"Via, via, via... Adesso."
Ci mette un attimo a capire la mia compagna di scorribande, quando mi vede negli occhi capisce che non scherzo e ci lanciamo oltre l'angolo opposto, giriamo e corriamo nuovamente verso l'edificio abitato... Ci teniamo a sinistra, lontano dal muro dove il nostro ingombrante amico potrebbe spuntare. Via libera, via verso l'esterno e via verso l'auto. Altri amici...
Un deficiente questa volta, sta controllando l'auto mentre una ragazza controlla noi a distanza... Si spaccia per il proprietario dell'auto accanto, gli dice che gli piace molto la nostra Fiesta, che motore ha, che bei cerchi in lega... Gli rispondo molto sbrigativo, non mi sembra interessato a sapere quanto è bella la nostra macchina, piuttosto sembra interessato a intrattenerci, tanti bei sorrisi e complimenti... Negativo, saliamo in auto e chiudo le serrature, retro e via. I nostri ultimi amichetti restano a guardare mentre ce ne andiamo.
E ce ne andiamo molto volentieri... con un bel sorriso sulla bocca e un bel sospiro di chi se l'è cavata.

sabato 13 agosto 2016

Bivongi/Sicilia

Avrei voluto parlare del matrimonio meridionale, avrei voluto descrivere Bivongi e soprattutto la sua gente... Non riesco. Un pezzo di me è stato sconvolto e strappato, tutto nelle prime ore dal nostro arrivo. Serenata? E li sono stato conquistato...

Niente, non anticipo altro: passiamo alla ripartenza, passiamo alla motocicletta!
Controllo generale e tutto va da favola, l'olio perso si è rivelato un falso allarme, giusto un paio di etti... Catena OK, chiodo nel posteriore... Ehm... Chiodo nel posteriore che mia moglie ancora non sapeva di avere... perso! È rimasto in qualche tratto di strada tra Bivongi e il traghetto, la gomma ha tenuto e alla fine è ancora immacolata! Potevo toglierlo, ma era sottile e avanza poca mescola, non volevo ritrovarmi con la moto a terra... Tentato, e la fortuna mi ha aiutato!
Il resto va da se, siamo saliti sul traghetto dribblando tutte le auto, hanno chiuso il portello e in meno di mezzora... Sicilia, siamo arrivati! Non credevo di poter attraversare lo stretto in così poco tempo!
Senza neppure una pausa ci siamo catapultati a Taormina, senza nemmeno realizzare la nuova conquista eravamo già  in spiaggia, già in mare... ancora non mi rendo conto di dove siamo sulla cartina.

giovedì 11 agosto 2016

Italia Coast to Coast

Dalla partenza per questo viaggio possiamo contare 3 giorni o 1200km... Se nessuno di questi numeri sembra voler dire molto è perché non hanno niente di eclatante, invece...
Invece siamo partiti all'alba di martedì, con una moto simile ad un asino, carica come un mulo e comoda come un cassettone di legno massello. Incredibilmente non ha risentito molto nella ciclistica, certamente ad avere la peggio sono le gomme: stracciate. Il caldo, l'asfalto drenante e i bagagli hanno creato il mix perfetto. Vedremo se fare un cambio in corsa, nel frattempo: Roma!
Mi sembra sia passata una settimana (era solo ieri) e mi sembra sia passata una vita dall'ultima nostra visita (10 anni). Ciò che conta è quello che abbiamo trovato: nulla.
Nulla di ciò che ci aveva emozionato tanti anni fa, un sacco di ricordi dispersi nella memoria che si sono schiantati sulla realtà: una città persa, una città che vive della sua storia arrancando per due lire, dove ognuno cerca di prendere qualcosa per sé... Una grande mela in salsa italica, dove ognuno vuole dare più morsi  che può... siamo al torsolo però.

La ripartenza è stata una favola, finalmente vento a favore che ci ha accompagnato sotto la Capitale, giusto una ventina di chilometri. Da li in avanti è stata  una guerra, una continua lotta contro le sferzate laterali, un tour de force fatto di muscoli tesi e nervi saldi, una lotta per avanzare... Nei momenti di relax viaggiavo con la mente, mi immaginavo il Desmo come un puma, nero e possente, che correva a perdifiato verso sud... Noi a cavalcioni... No, noi stessi il Puma, con cuori e pistoni che battevano all'unisono. Fino alla meta.

Bivongi... Attaccato alla costa Ionica, dalle nostre onorevoli coste dell'Olona fin qua. Ma questa è un'altra storia, ne parlerò nel prossimo pezzo, ora devo cercare di ordinare tutte le ossa rimescolate dalla traversata!

lunedì 8 agosto 2016

Max

... e la stringo tra le mie braccia
come se fosse mia
Come se abbracciandola forte potessi catturarle l'anima
come se chiudendo più forte potessi trattenerla a me
così forte da non lasciar scorrere il sangue nelle dita.
Lo sguardo, il mio sguardo più duro si perde in tutta la sua bellezza
tutti i miei pensieri svaniscono come neve al sole
esiste solo Lei nei miei occhi
...e tutto svanisce
non servono unghie per difendere la nostra vita insieme
non serve il mio istinto e la mia forza per tenerla con me...
Mi ha scelto
ogni
giorno.





Ho sempre aperto con una mia foto. Ogni post, forse a volte ci mettevo anche un video davanti, la musica giusta per leggere tra le righe.

Anche oggi avrebbe dovuto essere così, ma è un giorno diverso come solo ogni sorgere del sole può essere.

Sabato abbiamo fatto una sessione di scatti con Max, un fotografo, un amico, non saprei neanche bene come definirlo. È oltre.
Avete presente quando conosci qualcuno di interessante? E non riesci a fartene un'idea, luci e ombre di una persona tanto forte quanto infinita... Non puoi inquadrarla, ogni volta che credi di aver capito chi hai di fronte ti sorprendi.
È moltissimi anni che fotografa, ne ha fatto uno stile di vita credo... Un burbero come lui ama definirsi, un buono se vogliamo, uno con i controcazzi direi io. Ma controcazzi grossi...

Ha avuto un'idea... Me e la mia Compagna per degli scatti, per una storia... Una storia di cui io avrei dovuto scrivere, forse dittici di immagini e parole... niente che io potrei mai fare.
Una storia in quattro scatti, qualcosa di semplice e incredibilmente profondo, se dicono di me che sono bravo con le parole, di lui si dovrebbe dire che va oltre la fotografia. Tanto bella quanto di carattere, in ogni pixel ci vedi lui in tutto se stesso... Lui.

Non io.

Credevo di poter fare bene, ho pensato di poter essere all'altezza ma quando ho visto gli scatti mi sono perso... Ho visto il suo occhio, ho visto la poesia con cui è venuto a catturarci, ho visto la gentilezza e la dolcezza di chi "chiede permesso", di chi non prende ciò che desidera ma fà il necessario per farselo dare.
Poesia, dolcezza... a vederlo non lo pensereste, è solo nel suo sguardo che potete leggere un piccolo pezzo della sua anima, quello che dicevo...
Parlare con lui come parlerei con qualunque amico, niente differenza di età o di esperienza: semplicemente uomini.

Il suo occhio, il suo personalissimo modo di vedere la realtà... No, non potrei mai mettere o aggiungere parole a qualcosa di simile, non dove siamo protagonisti e attori, soprattutto dove le parole non servono. Potrei fare altro forse, ma non posso scrivere dall'interno ciò che lui ha rappresentato dall'esterno. Come mi sento, come sento Lei, e come ci vedono da fuori, sono mondi paralleli che mai potranno incontrarsi... Unirli può essere fortissimo, unirli può essere l'atto creativo più sbagliato.

Rendo onore a chi ci ha mostrato un lato completamente inaspettato della Fotografia, rendo onore a chi mostra tutto il proprio modo d'essere. Onore a chi ci ha dipinto in modo completamente sconosciuto a noi.

Serve altro? Solo i ringraziamenti. Di cuore.

Andrea

Amore.



È la mia vita.
Non credo possano esistere parole per descrivere quell’Amore che mi circonda, per descrivere quanta emozione passa in un attimo.
Io e Lei, il profumo dei suoi capelli, il calore della sua pelle… La sua voce, il suo sorriso, la scossa che ricevo ogni volta che sfioro le sue mani, le sue labbra.
E poi Noi, ogni mattone di questa casa racconta della mia vita, ogni mattina la luce che ci illumina… Svegliarmi e vederla accanto a me, mi sveglio sempre prima io.
La guardo nel controluce, conosco ogni centimetro del suo corpo e mi diverto a immaginarlo nella penombra, come se potessi scoprire qualche dettaglio nuovo, come se dopo ogni notte il mattino mi portasse in dono la sua Anima, un centimetro alla volta in più.
L’Amore è per due, l’Amore unisce due Anime come se a guidarle fosse la forza più dirompente dell’Universo. L’Amore, l’Amore… La passione di due esseri incompleti, che si cercano, che si prendono, che fanno di tutto per tornare unici e perfetti…
E se non fosse tutto qui? Dopo l’infatuazione, dopo che gli anni passano, dopo che tutta l’acqua passa nei ruscelli, d’un tratto ci si scopre diversi. La paura di essere abbandonati, di essere soli, di perdere quel rapporto fortissimo si tramuta in qualcosa di diverso. Diverso come solo ogni Donna o Uomo può esserlo, come i nostri occhi che vedono la bellezza in modo tutto proprio, tutto come la certezza di non essersi scelti il primo giorno ma di scegliersi ogni giorno.


… e hai paura, temi che un giorno lei non ti scelga più. Temi che un giorno sceglierài un’altra strada, un’altra donna o un’altra vita. Temi che possa arrivare qualcuno a portarsi via il tuo sogno, temi che un giorno potrài buttare via tu stesso quel sogno.


L’Amore è al singolare, l’Amore è buttarsi senza rete, è dare tutto senza volere nulla in cambio. Un singolare che vale per due.

domenica 7 agosto 2016

... e 3.


... era la terza notte che facevo quel sogno.

I sogni ricorrenti, quelli che mi hanno sempre fatto più paura.
Era sempre uguale, di nuovo, io che fuggo... Non ho la minima idea del luogo in cui mi trovo, però è familiare... Sapete com'è nei sogni, non hai mai visto quella casa, portone, ma poi vedi un dettaglio e ti sembra di esserci sempre stato, di averci vissuto mille vite.
Nel mio sogno è la maledetta cassetta delle lettere, è lei e sò benissimo che c'è scritto il mio nome. Non posso leggerlo, non posso vederlo, ma c'è scritto proprio il mio nome, c'è il mio campanello e il mio portone.
Tutte le volte lo apro, ma al posto di trovarci la mia casa c'è un corridoio, è buio, è in bianco e nero. Nel mentre non mi rendo mai conto di essere in un sogno, mi sembra normale una realtà senza colori.
Triste, abbandonato, guardo meglio e in fondo non c'è proprio la casa, è una corte. Io vivo in una corte. Sono stanco, vorrei solo raggiungere il mio letto e poter dormire in pace, morire in pace. Pochi passi, sò benissimo che esiste la mia camera e potrei finalmente fermarmi, nascondermi sotto le coperte e aspettare che il peggio passi.
Il peggio, stò fuggendo e non sò da cosa. Vogliono aggredirmi credo, vogliono uccidermi forse, ecco perchè sono stanco. Il fiatone, d'un tratto mi accorgo di avere il fiato corto, il cuore che mi esplode in petto, sono in pericolo... e alloro corro, mi lancio attraverso il portone e devo trovare il mio rifugio, mi uccideranno altrimenti. Morirò. Solo, in questo luogo tetro.
No, non lascerò questa valle di lacrime senza far pagare cara la mia pelle, sarà un conto salato quello che pagheranno. Devo solo raggiungere i gradini, salire in cima alla scala ed ecco che potrò difendermi, potrò nascondermi, potrò vendicarmi.
... e faccio solo il primo scalino. Un'ombra mi sovrasta, scura... Un mantello nero, una falce e un sorriso che non potrò mai scordare... Il mio. L'ultimo. Poi più nulla, lo scintillio della lama che cala su di me, il buio della mia stanza e le gocce di sudore sul viso... sono ancora vivo.

... quante volte ancora verrai a torturarmi? Quante volte vorrai fingere di uccidermi? ...quando verrai finalmente per portarmi con te?

venerdì 5 agosto 2016

... preparativi alla partenza.


Questo blog era nato per la moto... Era nato per me e la mia compagna, di vita prima ancora che di viaggi e avventura. Era nato per raccontare una delle passioni più belle, il girovagare il mondo. E poi? Poi ci si affianca la fotografia, una passione in più di cui raccontare...

Quattro passioni in un colpo: io e la mia Lei. La moto. Il viaggio. La fotografia.
Io e Lei non abbiamo bisogno di preparazione, siamo nati pronti...
Il viaggio è stato partorito in pochi mesi, abbiamo un matrimonio in Calabria tra pochi giorni e da lì proseguiremo fino alla Sicilia.
La fotografia... è difficile! È una gran passione esplosa da pochissimo, un gran impegno per imparare... oggi però parliamo di moto.

LA MOTO.
Quella nera... dopo che la nostra compagna Honda ha tirato gli ultimi respiri avevamo pochissime chance, o andare in auto o... con il Desmo.
Partendo dal presupposto che MAI ci saremmo chiusi in auto e che soldi da buttare non ne abbiamo... ci siamo trovati con questo rottame nero tirato da sport.
Era diventata la moto da sparo, assetto molto aggressivo e zero fronzoli, ogni pezzo che non serviva è stato accuratamente tolto, alleggerito o ELIMINATO A SEGHETTO. Compreso il culetto, che era bruttino da vedere... e come diavolo la carico ora?
Nel lontano 2009 abbiamo raggiunto Barcellona con tenda al seguito e molta incoscienza... con l'entusiasmo del primo viaggio... ma ora? Ora siamo abituati all'Enduro, a valige rigide e bauli, alla sella comoda e sospensioni alte... Non ad una motoretta bassa e tozza come un ronzino.
Questo weekend abbiamo fatto il test, la scusa era il raduno di Crocedomini. È andata da schifo. Caldo da morire, impossibile starci in tuta, mi si cuociono le chiappe! Borse che ballonzolano dappertutto, frecce schiantate... un disastro! Si poteva fare, ma non ho nessuna intenzione di soffrire inutilmente...

Martedì giorno stanco, martedì giorno in cui ho sviluppato quegli attacchi assurdi rubando pezzi dal Transalp: 4 ore ed ecco il nuovo sistema di carico.
Baule, bello grande! Tutto per la Moglie! Borsette in tessuto tutte per me, con due sacchetti diventano anche impermeabili! Borsa frontale per Niki la Nikon e gli averi più stretti! Navigatore nel... cioè... sotto... niente navigatore!

Situazione? 104milakm. Gomme messe benino, trasmissione stanca ma intatta, forcelle scariche e mono a zero... Tirato al massimo è incapace di reggere tanto peso, e ancora non abbiamo caricato i bagagli. Telaietto reggisella che flette parecchio, però sembra cavarsela...
Lunedì notte si parte...

"Il Ducati Monster non è fatto per viaggiare, ma siccome non lo sappiamo ce ne freghiamo e tiriamo dritti fino alla Sicilia!"

...schegge di fuoco...


A volte mi piace pensare alle situazioni classiche... Quelle un pò romantiche, quelle che evocano pensieri forti e momenti un pò magici... Un falò, tante persone intorno che si scaldano... Parole che vanno, vecchi amici e nuovi incontri... Momenti reali, qualcosa che il giorno dopo ti resta addosso, che porterài con te.

A volte è così anche per se stessi. Mi piace pensarmi quel fuoco, con il mio bisogno di legna da ardere e la voglia di scaldare tutto attorno... Mi piace pensare che potrei anche essere la gente seduta accanto, mi piace pensare che tutti andiamo a riscaldarci e nello stesso tempo riscaldiamo... Le anime, i cuori... i pensieri.

Di tutte queste fiamme io cerco sempre i lapilli... Quelle schegge che sparano verso il cielo, svaniscono in un'istante, volano in luoghi sconosciuti. Sono difficili da vedere, piccolissime, lievi, evanescenti. Eccone una, eccone un'altra... Il tempo di vederle ed ecco che già spariscono.

... e allora scatto. Rubo quelle faville, le catturo tutte: tempi lunghi ma non troppo... Iso alti, colori assurdi, neri esagerati... Quello stile che ho scelto nel primo periodo, quel modo tutto mio di trasformare una foto bruttina in qualcosa di allucinato.
Nell'ultimo periodo stò cercando uno stile più "umano", più pulito, qualcosa di più tradizionale... Questione di occhio, ricerca di soddisfazione...
Non ho ancora trovato la mia strada, e le mie idee sono identiche a quei lapilli: evanescenti.

Schegge di evanescenza.

mercoledì 3 agosto 2016

... e sarebbe accaduto prima o poi.


Matrimonio.

Il giorno più bello per gli sposi, in questo caso due carissimi amici.
Io lo so, ci sono passato... È il giorno più bello della propria vita, non ci sarà niente di superiore, forse la nascita dei propri figli ma da questo non ci sono ancora passato. Per la prima volta però non ero un semplice spettatore con il semplice smartphone, nossignore: questo è il primo matrimonio a cui arrivo armato di Reflex.

Non avevo alcuna intenzione di girare come un'anatra e fare il fotografo, c'erano già dei professionisti bene armati, c'erano droni e compatte e cellulari e "Che diavolo, non serve un altro obiettivo in giro." Quindi portavo con me la Niki come si porta a spasso il cane, solo che non sporca... La chiesa, le promesse, la gente, i palloncini... Riso dappertutto, come nelle migliori tradizioni, le promesse sono tutte per un'ottima giornata!
Via, direzione Lecco e via ancora più avanti, fino ad un castello... Bello! Bello davvero, pronti ad accoglierci con qualcosa di fresco e il migliore sorriso. Incantevole, davvero un luogo notevole.
Location ideale per degli scatti, cosa che non faccio... Troppa gente in giro, non voglio buttarmi nella mischia. Però il vino è complice, gli amici fenomenali e tra un sorso e l'altro sfodero la mia arma oscura.
Qualche scatto, i soliti che rubo quando passeggio, le solite foto prese a tradimento... Il mio pane quotidiano, tranne che siamo tutti ad un matrimonio e quindi tutti si mettono in posa! Gente che abbraccia gente che salta sopra altra gente e fà il verso ad altra ancora... E porca miseria, mi diverto! Scatto, e ci prendo gusto, scatto e arriva subito sera, la cerimonia era alle 15:30... Giusto il tempo di scaldarci ed ecco che la notte mi sovrasta. Alzo gli ISO, abbasso i tempi, apro il frame... stop.
Da qui in avanti sarà difficile, condizioni pessime per una macchinetta senza flash e un ragazzotto con del buon vino in circolo... e in quel momento?
<<Andre, ci fai delle foto?>>
... certo! Ne ho fatte tante, nessuno si aspetta di vederne una.
<<Dicci dove e come dobbiamo metterci!>>
... scusa? Foto ufficiali? Ora? Io?? ... <<Venite!>>
Non sembrava neppure la mia voce ad aver pronunciato quelle parole, calma e rilassata, come se fosse normale... Una tensione allucinante, io non sono un fotografo! E no, non sono attrezzato per il buio pesto, e no... non ho mai fatto posizionare nessuno davanti al mio obiettivo!
Complice il vino, ma soprattutto l'incoscienza del mio socio e della sua Compagna... Scatto, regolo, scatto... e si divertono! Davanti a me passano due modelli perfetti, a loro agio... Loro si divertono, io riesco quasi a far bene... Poi vedo il posto giusto, luce e controluce e flash colorati... E scatto, e per la miseria me la cavo benino! Fatta, come bere un bicchiere d'acqua...
La tensione cala, io mi diverto a rubare ancora in giro e trovo i soggetti perfetti, presi nel momento giusto. È tutto qui per me, non sono ancora portato a "costruire una scena", si palesa davanti a me.

...<<Puoi farci delle foto?>>
Di nuovo? Ok, no problem! Non vi conosco e sono molto più tranquillo, se avrete gli scatti dovrete ringraziare gli sposi!

... e poi di nuovo, altre persone!
... e ancora, solo che questa volta è un'altra coppia di amici, e lei decisamente ne capisce di foto.
Quindi non solo dovrò scattare, ma dovrò fare bella figura... Non perchè io tenga a fare bene, ma perchè ci tengono ad avere dei loro scatti della giornata... di nuovo la tensione.
Location precedente, angolazione ben precisa e tempi giusti, CLACK!
... e ci siamo! Colori sgargianti e perfetti, siamo al limite di quello che posso fare e non potrei mai ottenere di meglio dalla mia Niki, il possibile lo stiamo facendo... Piace! E sono contento, mi sbizzarrisco anche con loro e poi... poi mi do alla macchia.

Prendo la mia di Compagna, è molto difficile scattare con lei ma se è presa bene posso portare a casa qualcosa di buono... Beato sia il vino!

Il resto della serata lo passo rubando attimi qua e là, momenti belli, chiaccherate... Una giornata grandiosa.

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Sono rimasto in disparte e ho lasciato lavorare chi doveva, io mi sono preso quello a cui sono più affine.
Gli sposi? Non potrei mai prendere scatti più belli di quelli che hanno avuto, ho preferito godermeli dal vero, istante per istante.

mercoledì 27 luglio 2016

Mad World (un cuore tra le sbarre)



Mi sento così a volte.
No, non intendo "cuore tra le sbarre", tutt'altro... Intendo "Mad World". Anche "Mad Word" se vogliamo, pazzia nelle mie parole...
Ho passato qualche momentaccio, avrei potuto chiudere le sensazioni e inaridire la mia anima, e invece tutto il contrario. Come quando arriva un temporale e si cerca riparo, io ho visto arrivare la pioggia e mi sono buttato sotto. Senza ombrello, senza impermeabile, nudo come un verme alla mercè degli eventi.
Ho bagnato la mia anima, l'ho affogata, e quello che ne esce è qualcosa di magnifico, un fiore rigoglioso, ricettivo ai raggi del sole... e anche al temporale, nuovamente... Quelle tempeste forti, dove il vento spazza via ogni cosa o dove la grandine sfascia tutto... Più che un fiorellino il mio è un tronchetto della felicità, niente petali ma robuste foglie.
Ricettivo, aperto a quello che il mondo mi spara contro... Ricettivo, ma non stupido nè inerme, decisamente ribelle potrei dire.

Mad World, mondo pazzo, impazzito... Ad ogni angolo una piccola follia, e vorrà pur dire qualcosa il fatto che una sfera azzurra non possa aver spigoli. La follia inizia dal ragionamento, è un abisso in cui si può affondare e spezzare la propria bellezza, trasformarsi in mostri. Dicono che guardando l'abisso si può vederne la profondità, ma è quando guardi nell'abisso che lui guarda in te.

Cosa dovrei pensare di quello che ho intorno? Non del mio piccolo mondo, non della mia Compagna o degli amici, cosa dovrei pensare di tutte quelle persone che incrociano la mia strada? Di quelli che incontri passeggiando, di quelle persone che vedo mentre pedalo verso lavoro, di tutti quelli che scrivono nei social... Cosa dovrei capire del "Mondo più in Grande"?

Capisco poco, capisco niente... Capisco che la voce bassa non è più udita, che la ragione volge verso chi urla. Che un concetto errato diventa possibile quando molti lo sostengono.
Che la storia insegna, ma che noi "non siamo studiati". Che ripetiamo vecchi errori, che volgiamo lo sguardo ad un passato vergognoso... Dicono che la democrazia sia la miglior forma di governo, la realtà è che il governo del popolo non esiste.
Il popolo non sà cosa desidera, il popolo è facilmente influenzabile, il popolo è stupido. IO sono stupido.
Ed ecco che le genti si stracciano le vesti per un calciatore, ed ecco che fare la velina è sogno di tante adolescenti. Che un videogame trasforma la massa in zombie, che i medesimi zombie si stracciano le vesti in difesa di tutto ciò e inneggiano alla libertà, alla capacità di "controllarsi". Sembra una di quelle pubblicità sulla droga, "SMETTO QUANDO VOGLIO"... e non smettono più finchè è di moda.
E poi? Poi torniamo al fascismo, al nazismo, ai terroristi e i "mussulmani"... Come se dire "mussulmani" sia sinonimo di terrorista, di male, di uomo nero. Ecco che lo straniero diventa il nemico, ecco il capro espiatorio per la gleba, la moderna strega da bruciare sul rogo.
Non importa se un idiota si lancia sulla folla con un tir o se un cretino accoltella la compagna... Terroristi. Sicuramente. Islamici ovviamente!
Come paragonare un cristiano cattolico e un invasato che si lascia crocifiggere per passione. Come paragonare il papa e le crociate.
La violenza, il dolore, la morte, tutto questo non può far parte di noi. Non fà parte di noi, non possiamo aspirare a questo... Parlano con nostalgia del duce, dicono che se oggi fosse qui risolverebbe la questione immigrati con le armi.
"LE ARMI" non le avrebbe mai usate lui, ve le avrebbe messe in mano e vi ci avrebbe spedito a voi. Ad ammazzare uomini, non stranieri. Esseri umani, come me. Venite ad uccidere a me, sono come loro. Non certo come voi, che vi bagnate le mutande aspettando di nuclearizzare terre lontane, credendo di rendere giustizia ad un dio della guerra. Marte si vergognerebbe di voi, fareste schifo pure a lui.
No, non è una soluzione. Non lo è nemmeno aprire la porta ad ogni essere umano, No, il problema è a monte, il problema è che scappano nelle vostre terre dopo che voi avete raso al suolo le loro. Ogni "santo giorno" voi lanciate "sante bombe" in nome di "santi ideali". Ecco perchè scappano. Ecco perchè vengono "a casa vostra", da dove lanciate bombe... È tanto strano che qualcuno il favore ve lo restituisca?
E poi? Poi si fanno false flag, ed ecco che al dolore per la morte dei vostri concittadini viene data la giusta direzione... colpa dell'uomo nero, il babau del 3° millennio. Tutto per voi, in diretta sulla tv e sui migliori social. Ovviamente con la sceneggiatura dei vostri governanti di sangue.

Accomodatevi, la mia sedia in prima fila è libera: non mi siedo con gli spettatori, io sono l'attore della mia vita. Godetevi lo spettacolo, è una prima visione e non ci saranno repliche.


lunedì 25 luglio 2016

Notte brava


Inizia tutto così, forse meglio dire... finisce così.

La serata era partita bene, mi sentivo bene... Biliardo e birra con gli amici, prima ho giusto il tempo di scendere nel Comasco e tentare qualche scatto... Quella città un pò balorda, che ancora non mi aveva regalato nulla.
Passeggio, è solo ora dell'aperitivo e ho tutto il tempo per rubare qualche momento, qualche turista, qualche scorcio vuoto durante l'ora di cena... Non male come inizio, mi attardo ancora in qualche vicolo e poi salgo al locale, iniziamo a carambolare, birra, whisky... e grappa... e i tiri iniziano ad andare storti, e i suoni delle nostre risate si fanno forti, si fanno belli... una specie di addio al celibato 3.0.

Tiriamo tardi, non tardissimo ma siamo belli imbenzinati... Io ho il letto vuoto fino al mattino, nessuna intenzione di occuparlo da solo, così... torno a Como.

Parcheggio, impiego un tempo infinito per legare il casco e liberarmi dell'attrezzatura da moto ed eccomi di nuovo... turista! Macchina fotografica al collo e mi dirigo nelle vie.
Nessuno.
Non si muove una mosca, nessun rumore, solo qualche passante. Però c'è quel locale, 35 si chiama. Locale vecchio stile, panche enormi in legno e buona compagnia... Iniziamo.
Iniziamo a far caciara vecchio stile, entri solo in un locale e ti ritrovi a parlare di politica e università, di cani e panini, di america e viaggi in moto, in bici, in treno... per magia sono passate le 2.
Via!

Via e punto ad un altro locale, non ho intenzione di tornare a casa finchè non albeggia.

Al posto di raggiungere il Lucas mi trovo in una piazza, piena di gente, gremita... Birra e vino e cocktail girano dappertutto, intorno ragazzi e ragazze e donne e uomini e venditori di rose e accendini... un casino!
Sarà complice l'alcol ma mi ritrovo a parlare con un milanese divorziato, a spasso con l'amante, padre di due figli e di due cani... mi decanta la bellezza di questi ultimi, mentre la donna decanta la poesia di trovare un ragazzo che fotografa una città che dorme... che è sveglia... che non dorme mai quando vuole.
Nuovo personaggio in arrivo, bretelle e maglietta, cappellino e infradito... un cappellaio matto simpaticissimo, altre chiacchere e altra gente, divento l'attrazione... ovunque muovo un passo qualcuno si pone davanti all'obiettivo, e mi si chiede cosa, mi si chiede perchè... perchè voglio che Como mi regali degli scatti?
Una domanda strana... Come se mi avessero chiesto perchè sono uscito? Perchè ho preso la moto? Perchè vai a lavoro? ... perchè vuoi fotografare la gente di Como?
Perchè mi và. Perchè è la seconda città che navigo con la mia nave chiamata Niki, perchè ancora non ho pescato nulla da queste strade. Perchè è notte, e quello che si pone davanti al mio terzo occhio è qualcosa che non tutti hanno visto.

...

La nottata è continuata fino ad ora incerta, ed io per rispettare l'ora ho camminato con passo incerto fino alle mura, fino alla moto e fino al primo paninaro... la miglior salamella del mese.

Con il motore che borbotta raggiungo casa, nello specchietto il sole si affaccia timido... buongiorno.

Ps: la foto di apertura è l'ultima istantanea, il ricordo della mia notte brava... storta, ma così bella nel ricordo che è così che deve rimanere. Con quei colori, con quei riflessi. Così come la vedevo nei fumi.

giovedì 21 luglio 2016

Regina di cuori.


Tutti vogliono la regina di cuori.

Chi è? Quella donna che ti fà girare la testa... Ti entra nel cervello, un motivetto stupido, e inizia a picchiare forte tutto quello che incontra. E fà male, e ti distrae, e ti sembra che tutto non abbia senso.
Solo lei.
E hai le farfalle nello stomaco, e ti senti innamorato... Nessuno può dirlo, solo tu puoi saperlo... È quella persona che vorrài accanto per sempre, con cui svegliarti al mattino e passare tutto il giorno insieme. E poi andare a letto, e passare tutta la notte accanto a lei. Ogni giorno. Tutti i giorni.

Donna di picche.

E se... se quella donna tanto venerata non fosse interessata a te?
Se cupido ci avesse visto male, ha colpito te e mancato lei... Cosa faresti?
Due di picche... Donna di picche.
E passi le giornate a struggerti... Il male di vivere, il male di amare. Il dolore, quanto soffri e soffrirài nell'amare una persona che non potrài mai avere accanto. Lo sai, ma ti illudi che le cose possano cambiare e che la realtà si trasformi in film. E a volte succede! Nel frattempo di arrangi, e arranchi giorno dopo giorno nella speranza che tutto abbia lieto fine e coincida con "felici e contenti". Lei... con qualcuno che non sarài tu.

Donna di fiori.

La donna che non devi incontrare mai.
Bellissima, un sacco di regali... Coperta di rose rosse e orchidee, l'unica cosa che porterài a casa sarà il maschio dell'ultimo fiore.
È presto detto il perchè, è la donna da lusingare, da venerare... È questo che si aspetta, e finchè lo farài andrà tutto bene. Diventi un cazzo di cagnolino, pronto a soddisfare ogni desiderio. Finchè non ti pianta per la peggior feccia del mondo. La scusa? "Sei troppo perfetto".

Donna che manca.

Credo sia la donna di quadri, gli "ori" nelle napoletane... Ho bellamente evitato di metterla nel cerchio, non avrei molto da dire oltre all'ovvio.

Tre donne.

Niente meno, non manca nulla in quello che cerco. La donna da amare, la donna forte che mi tira cazzotti e la donna che si lascia corteggiare. Il mix perfetto, un pò dell'uno e dell'altro...
Nei mix è difficile mettere tutto il necessario e tenere le proporzioni perfette, quindi... Quindi ecco il peperoncino che scuote il rapporto, quel fuoco che bruciacchia e tiene ardente la fiamma.

Tutto bello parlare delle donne "secondo me", chissà cosa potrebbero dire loro di come sono fatto io...

martedì 19 luglio 2016

... no fear


Niente paura...
Era una canzone del Liga, tra l'altro anche molto bella...

Non aver paura di andare piano.

In questo periodo storico, in questa epoca, se non corri non sei nel giro. La fretta, lo stress... Iniziare la tua giornata il prima possibile e finirla il più tardi possibile.
Ore scandite dall'orologio, che a volte sembra così lento, così veloce... Il tempo vola quando ti diverti, il tempo non passa mai quando ti annoi. Puoi misurarlo, non quanto vada forte o piano ovviamente, però puoi sapere quante ore sono passate.
Tante, poche, troppe... Un sacco, ore perse e ore vendute.
Vendute al miglior offerente, o al più, vendute a chi sente diritto di dargli un prezzo per i tuoi servigi. Fosse solo spaccare le pietre, tagliare il ferro, scrivere al computer o servire ai tavoli. Verniciare automobili, programmare videogame, fare lo spazzino o vendere gioielli. Tempo, ore, soldi.
Devi essere simpatico, devi essere grato, devi tornare a casa pensando di esserti guadagnato la giornata, di aver fatto il tuo dovere. Devi farlo bene, devi farlo in fretta, devi rendere. Quelle ore che per tutti durano gli stessi identici minuti, per te devono durare di più. Essere più produttive.
E se andassi più piano? Più lento... Rendere meno... Produrre meno... La paga per i miei minuti è identica, non è a cottimo... Come la mettiamo?
Mi faranno credere che non ho svolto il mio dovere in modo adeguato? Che ho battuto la fiacca? Che fuori dalla porta c'è una fila di persone che implorano un posto di lavoro? Che senza lavoro non paghi le bollette e non hai cibo?
È la guerra dei poveri questa?

Abbi paura di restare fermo.

Se non avessimo un lavoro, dovremmo aver paura? Tralasciamo per un attimo la questione dei soldi... Tutto ad un tratto abbiamo la giornata libera, completamente, da riempire come vogliamo.
Sembra il paradiso... e per molti no. Per molti si tratterebbe di un incubo, dell'incapacità di impiegare il proprio tempo per essere produttivi, di essere inutili. Di non valere nulla.
Non è forse il proprio lavoro a rappresentare una persona? Un lavoro che vale un sacco di soldi, un lavoro che gli rovina le mani, un lavoro che non lo lascia dormire o che lo restituisce a fine giornata senza un briciolo di energia.
Un lavoro che è come una sanguisuga. Ti prosciuga, un milione di sanguisughe che desiderano abbeverarsi dal tuo corpo. Fino all'ultima goccia.
Puoi rendergli difficile la cosa, puoi farti il sangue amaro e renderlo meno appetibile, ma questo verrà succhiato fino alla cazzutissima ultima dannata goccia.

Le passioni.

Noi, figli di questa era di mezzo, siamo rimasti a secco... Non abbiamo direzione nè sentimento, ragione o cultura, siamo sprovvisti anche di quelle popolarità ignoranti che hanno segnato i decenni passati. Tutto basa sul consumismo, sull'apparire, sull'essere al proprio meglio e mostrarsi belli come celebrità. Sull'ultimo cellulare, sull'ultima app, sull'ultimo scandalo o l'ultimo rigore, sugli europei venerati e sul fantoccio terroristico. Sulla paura dello straniero, sulla nostalgia per fascisti e comunisti, per cristiani e atei, una continua divisione.

Un divide et impera. Figli ignoranti, noi che non conosciamo la storia e la ripercorriamo identica a secoli e millenni fà.
Il male di vivere.
Il male di vedere cosa ti vive intorno.

Chi ha paura ad andare piano? E poi... non è forse fermandoci che possiamo capire dove andiamo? Ma sopratutto... da dove stiamo arrivando?

mercoledì 13 luglio 2016

Il momento (im)perfetto


Mai capitato di essere al posto giusto?
Il posto giusto, il momento giusto... E tu? La persona giusta ovviamente.

Tutto inizia una sera, mi tocca portare la moto dal meccanico, al posto di cercare un passaggio per tornare a casa decido di farmi 5/6km a piedi... Ne approfitto, porto con me Niki la Nikon e faccio la lunga strada verso casa attraverso le campagne.
Circa un'oretta mi occorre per tornare, qualcosa in più visto che decido di scattare per occupare il tempo.
Tempo, che poi è sinonimo di meteo... Meteo che si fà interessante.
Da ovest si muove un fronte temporalesco, in lontananza si fà udire con dei bei tuoni... Avanza, viene verso di me, verso di me che cammino tra i campi.

Il luogo giusto.
Intorno ho solo grano e pannocchie, gli alberi sono lontani e la visuale è perfetta, posso vedere il tramonto che contrasta sulla tempesta, posso vedere il cielo azzurro nella direzione opposta con delle nubi pesanti... Mi accerchia, e io ho campo libero a 360°.

Il momento giusto.
Iniziano dei forti fulmini, saette che squarciano il cielo e saette che si scagliano al suolo. Belle, nette, forti.

La persona giusta.
Non che io sia un fotografo, ma sono armato, sono bravino con gli scatti rapidi e ho mano ferma. Soprattutto non temo i temporali, non temo i fulmini e non ho paura per la mia attrezzatura.
Puntare, scattare.
Di nuovo.
Punto, scatto.
Niente.
Niente da fare, tengo l'occhio incollato e il focus pronto, non c'è verso di catturare nulla... Decine di secondi senza nulla, mollo la presa ed ecco che scocca l'inferno di lampi.
Dannazione.

...

Luogo sbagliato, momento sbagliato, persona sbagliata.

Intorno non c'è nulla più alto di me, gli alberi sono lontani.
Sulla testa c'è ormai un temporale veramente incazzato.
Io non cerco riparo, e siccome sono solo mi diverto ad aizzare questa tempesta, nessuno potrà sentirmi urlare contro. Nessuno potrà vedermi fare il matto, in fondo... <<Tutto qui quello che sai fare??>>
Quasi che potesse ascoltarmi, quasi che potesse aggredirmi...

Punto, cammino all'indietro lentamente, passo dopo passo, pronto, non mollo.

Sento l'aria elettrica, discosto lo sguardo dal mirino e i peli sulle braccia si sollevano...

È il momento.

Scatto a raffica, due colpi e il terzo è un'esplosione.

Booooom, potentissimo... mi trovo in ginocchio, con la macchina che reggo appena per l'obbiettivo, con le orecchie che fischiano, completamente stordito.
Non capisco se mi sono abbassato io o se sono finito a terra per lo spostamento d'aria, controllo rapido e la macchina è spenta... Off-on e torna viva. Non sarà lo stesso per il telefonino, kaput.

A quel punto decido di mollare tutto, mi allontano il più possibile ma sono a piedi, la tempesta si scatena e io posso solo prendere tutta l'acqua del cielo. Devo tenermi alla larga dagli alberi, rischio davvero di farmi male.
In lontananza una mietitrebbia mi lampeggia, credo voglia offrirmi un riparo e un passaggio... Un fulmine colpisce forte il terreno accanto, l'autista mette la retro e si allontana.
Io procedo a passi rapidi, mi copro il volto da tutta l'acqua che mi aggredisce, raggiungo la strada e in pochi istanti tutto smette.

La tempesta si allontana, i suoi tuoni mi salutano.


... la foto di apertura è l'ultimo scatto salvato dalla macchina, nel mentre del botto. Wow...

martedì 5 luglio 2016

5 Luglio


Giàgià... Ti ho sposata due volte.

Ricordi nel 2012?
7 luglio... Una giornata infinita, tu che corri in taverna per prepararti, io che vago come un'anatra per casa, mi vesto, vado ad aspettarti... e tutti gli invitati che mi danno pacche sulla schiena, le solite battute... "SCAPPA! FAI ANCORA IN TEMPO!"
Scappa mi hanno detto...  Ma dove potevo andare? Non esiste luogo dove avrei potuto vivere senza te.

Tu che mi hai insegnato l'amore. Io che ho imparato a camminare, io che ho scoperto di essere tanto forte da stare in piedi da solo... Poter vivere con se stessi è il primo passo, ti permette di scegliere.
E ho scelto te.
Un milione di volte te.

Ci sono un milione di motivi per starti accanto, la verità è che semplicemente ti ho sempre amata. Se credessi nel destino potrei dare il merito a lui. Se credessi nella reincarnazione potrei dire di essere stato tuo amante fin dall'alba dei tempi.
Se credessi.
Io non credo. Io sò.
Sò che le nostre strade erano legate ancora prima di incrociarle.
Prima della foto che ti ha fatto invaghire di me.
Prima che io ti baciassi.
Prima ancora degli anni che ci hanno diviso, di quel telefonino che nel cuore della notte ha suonato e legato per sempre le nostre anime.

Alti e bassi... Quando ci si lascia andare all'Amore si è nudi, sotto il sole di luglio e nel nevischio di gennaio, ci si scotta, si congela... Si può soffrire tanto, si può morire...
Ma non è forse questo il vero significato? Come si può essere felici se non si è pronti ad affrontare tutto? Il bello e il brutto della vita, di quell'insegnante tanto brava e crudele...

Io amo. Amo te, darei la vita se necessario, me ne andrei se un giorno non mi volessi più con te.
Farei tutto per la tua felicità, in questo tutto ci sono io. Io che devo essere me stesso, io che non devo dipendere da te. Io che ti scelgo, ogni giorno, tutti i giorni.

E ti scelgo ancora, e poi? Poi passano gli anni, trip negli stati uniti e... e sposiamoci a Las Vegas!


Quel tuo vestito country, io con il cappello da cowboy...
Elvis!
Ci ha dannatamente sposato Elvis...
Eri bellissima, ancora e ancora, sei sempre tu...

Non capirò mai cosa hai visto in me, io che non mi sono mai dato neanche un penny bucato... e tu? Tu mi hai donato l'anima, a me che non ho mai avuto nulla.

La vita è una brava insegnante, crudele, ma non potrò mai dirle grazie per ciò che mi ha dato finora... Non esiste modo per ringraziarla, nè la vita nè il destino, non potrò mai dire grazie a nessuno. Solo a te...

A te.

Ti Amo.

Ps: buon anniversario! (5 luglio 2015, Primo Anniversario del Secondo Matrimonio!)

venerdì 1 luglio 2016

Confused


Spesso scrivo rivolgendemi al solito "lettore immaginario".
A volte scrivo rivolgendomi a me stesso
dedico a qualcuno qualche pezzo
non ho quasi mai scritto a vanvera.

A volte mi sfogo. Su carta virtuale imprimo le parole con forza, picchio la tastiera in modo nervoso, fà quel rumore da macchina da scrivere, mi immagino un secolo nel passato.
Quando quel ticchettìo era musicale, quando non esistava tasto CANC, quando non potevi ripulire dei paragrafi, solo barrarli o ribatterli.
Doveva essere frustrante... noi lo pensiamo poetico forse, ma secondo me giravano proprio le palle quando succedevano queste cose.

A chi scrivo? Parlavo di questo... A nessuno. A vanvera, se vorrà leggere.

Mi sono sempre pensato "speciale", diverso... Ho sempre creduto in quello che facevo, ho sempre tenuto me stesso in forza, sono sempre "sul pezzo". E poi arriva la vita, quel treno merci del vecchio post, tu lo immagini e sai che arriverà. Arriva sempre, e anche se te lo aspetti farà un male del demonio.
Ti rompe il muso, ti spacca dentro, ti squarta senza nemmeno la cortesia di un fischio. Il momento prima sei in quel bilico tra ragione e rabbia, sei nella lotta con te stesso, l'uno e l'altro che si gridano entrambi la ragione.

E potresti chiudere gli occhi. Far tacere quella voce così scomoda, dargli della birra e farla assopire, sorridere anche quando sei triste... Non guardarti allo specchio soprattutto.
È un pò che non mi guardo allo specchio...
Perchè dentro ci vedevo me, provavo a sorridere e vedevo ancor peggio la tristezza, la rabbia...

E chiudere gli occhi... Chissà quanti lo hanno fatto, chissà quanti lo fanno. Vivere in quel limbo, in quel continuo "fregartene", oppure vivere in quella continua "gelosia", e niente fiducia, e il fegato si gonfia senza alcol.

Volermi bene... Ci vorrà tanto. Ho sempre sentito dire che la fotografia rispecchia l'occhio di chi la scatta, e guardando le foto dell'ultimo periodo ci vedo proprio me stesso, in tutto il suo sfacio.
Lo vedo io, sicuramente nessuno potrebbe immaginarlo, ma io lo vedo.

lunedì 27 giugno 2016

... mai capitato che...


che qualcosa non vada mai per il verso giusto.

Che la musica sia ad alto volume ma non riesca a stordire la tua mente. Che neanche una buona birra riesca a rilassarla.

Che tutto sia così chiaro davanti ai propri occhi e così oscuro alla propria mente.

Mi sembra di guardare la luna.

La luna è sempre stata lì, chissà da quanti millenni percorre il suo giro intorno alla nostra sfera blu... Dicono sia bellissima dallo spazio, io non l'ho mai vista e dubito. Dubito si possa andare nello spazio, dubito che uomo abbia messo piede oltre l'atmosfera. Atmosfera? Chissà se esiste poi...

Dubito... Essere o non essere, quell'Amleto dentro di noi che si lancia nei labirinti della mente, che saltella come un grillo pazzo, che canta come una fenice prima di incenerirsi, che brucia come un fuoco di paglia.

Fuoco. Fuoco che arde la mia anima, che la avvelena con i suoi fumi pestilenziali, che riempe i miei polmoni e li fà tutti neri... Scuri, nero notte.

Notte, come quella notte che ti capita ogni tanto, dove non chiudi occhio, dove bruci i sogni.

Sogni, come quelli che affrontano la realtà, che si scontrano contro un tir... La luce in fondo al tunnel? I suoi fari, su mille ruote galoppanti.

Al galoppo, come un cavallo lanciato sulle praterie... Quei deserti americani, quella death valley dove ogni tanto incontri lo scheletro di qualche deficiente.

Deficiente... Dicono venga dal verbo deficiere, mancare, dico che sia solo un sinonimo di pirla. Di grandissimo pirla se vogliamo.

E poi? Poi dove vuoi andare? Righe lanciate sul monitor, parole sparate con rabbia, la mente confusa che si ribella al controllo, che non ci stà più.

Perchè poi non ci stai più dentro... Hai un karma, dieci karma, eppure ti mollano prima o poi, e anche se li affoghi nella musica alcolica loro stanno a galla, nuotano via e ti lasciano senza pace.

E tu? Tu ti fotti.
La rabbia si sviluppa in modo che non credevi possibile, ti sale dalle viscere e cerca di esplodere... Sei stanco, sei esausto... Rischi sempre di perdere il controllo, e quando ti ci avvicini ormài scopri che sei esattamente uguale, anche a ruota libera.

E guardi la luna? E chissà quanto continuerà a girare intorno al mondo... di quello che hai dentro ricorderà forse una parola... anche tra un milione di anni.

lunedì 20 giugno 2016

La retta via


Non era mai successo.

Da quando ho intrapreso questo percorso fotografico, così come viene chiamato, non era mai successo di portare a casa quello che volevo.
Bado bene a quel che dico, non parlo di foto belle, di foto che lasciano il segno, tutt'altro... inizio il mio primo progetto.
Mi sembra strano, ho l'idea. Completamente confusa da una nottata insonne, completamente distorta, ma si è palesata davanti a me.
Sullo schermo.
Mentre curiosavo gli ultimi scatti, mentre giocavo con livelli e ombre... Curiosavo, giocavo... di colpo eccoli: gli scatti che mi occorrono.
Tutti, tanti... Precisi! Sono loro.

Mi è arrivato dritto negli occhi come un treno merci, come un cazzotto in faccia.
Solitamente credi di aver fatto bene e ti accorgi di aver fatto malissimo... ci sono abituato, fà parte del mio allenamento, della mia crescita. Fà parte del gioco. E no, non voglio restare ingabbiato nella insoddisfazione, nella perenne ricerca dello "scatto perfetto". Non esiste per me quel tipo di scatto, non lo cerco, non lo voglio... Voglio soddisfazione, e oggi... prima volta... eccola qui.

... e adesso si comincia sul serio.

giovedì 16 giugno 2016

Il figlio d'America


Ciao Mamma.

Che strano scriverti qui, sulla tastiera del mio computer. Il figlio d'America, il figlio lontano partito per un lungo viaggio... Naaa, sono qui a 4km, eppure è come se fossi andato via per sempre, come se a separarci ci sia un'oceano e un pezzo ancora di terra.
No, non è così...
4km, forse qualche centinaio di metri in più... Eppure sono via, ho dovuto prendere una strada che mi ha portato sulla luna, in un altro mondo, lontano come solo chi prende una nave può immaginarlo...

Ti scrivo oggi, a pochi giorni dal tuo compleanno... Mi pare che ne fai 64, accipicchia! Ne ho già perso uno, ricordo l'ultima sera in cui eravamo una famiglia quasi normale, quasi come tutte le famiglie lo sono. Ognuno ha i propri difetti, ma alcuni difetti sono enormi, impossibili da accettare.
E tu? Tu nel mezzo, al centro di una guerra che non è mai finita, una eterna terza guerra mondiale.

Ho pensato di fare qualcosa... Voltare le spalle a quello che era mio padre mi ha spezzato in due, mi ha veramente fatto male. E lui? Lui ha compiuto per l'ennesima volta quel passo falso da cui non si torna indietro, è arrivato al punto estremo in cui non esiste nè rabbia nè perdono, esiste solo tristezza e indifferenza... Ci ho messo veramente tanto a trovare nuovamente la mia serenità.

E tu nel mezzo. Una guerra mai sopita.

Vorrei dirti che mi dispiace, vorrei poter fare qualcosa di più che mettere nero su bianco... Ma non si può più ormài, spero solo di non pentirmi un giorno.

Beh, direi che ho scritto abbastanza cose inutili, ora vorrei scriverti cose più belle, qualcosa che viene dal cuore e non sia triste.

Ho una moglie splendida, sono felice... Lo siamo, io e lei. Una vita incredibile, sai? No, decisamente niente bambini per ora... Abbiamo già i nostri due gatti, sono cresciuti nel frattempo... Per qualche erede aspettiamo un pò, vogliamo goderci la nostra vita ancora per qualche anno, viaggiare in moto... quella grossa è morta purtroppo, a fine anno cercheremo di comprarne una nuova, nel frattempo dobbiamo arrangiarci con la sportiva... pensa, Sicilia in 2 con quella Ducati nera... Non chiedermi dove metteremo i bagagli, non l'ho capito neanche io!

Abbiamo una casa a pezzi. Alla fine sì, il mutuo ce lo hanno dato e ora viviamo in taverna, due stanzette dove passare la nostra vita finchè il tetto non torna al suo posto... e dopo? Dopo sarà veramente una casa bellissima, avremo la cucina nuova e una bellissima camera da letto... Una parete in pietra, una scala che sale fino al tetto, sarà un piano tutto nuovo che riempiremo di libri e buona musica, un giradischi... Ah sì, avremo anche una figata di lavastoviglie! Non dovremo più lavare i piatti a mano, non vedo l'ora!

Altro? Si, altro... Ci siamo appassionati alla fotografia... Abbiamo incontrato un club proprio qui a Carbonate, si trovano il martedì... Noi usciamo di casa a piedi, stiamo alla sede a chiaccherare e ridere e imparare, poi... Freccia Nera! Usciamo e andiamo a berci una buona birra, anche due... insomma, rientriamo a notte fonda, però belli contenti!

... Altro? No... Non ho molto altro da raccontarti...

Ti voglio bene Mamma... Non dimenticarlo mai.

Andrea

lunedì 13 giugno 2016

Io ti vedo


Io ti vedo.
Non ho parole più precise per dirlo.
Niente potrebbe mai descrivere con maggior forza quello che provo per te.
"Vedere" dicono sia qualcosa di superficiale, la differenza tra "sentire" ed "ascoltare".

Non per me.

Alle parole ognuno dà il proprio peso, all'interno del contesto ogni singola lettera può perdere senso o strappare l'anima, tutto da una singola lettera. Pensare alle parole, a intere frasi, pensare a interi brani... Pensare a quanto il linguaggio scritto possa essere potente, la forza della penna maggiore di una spada. Dicono che ne ferisca maggiormente una Bic usata su un foglio straccio che una stilografica in mano ad uno stolto.
Parole.
Parole che leggi, che tu fai entrare nella tua anima dagli occhi.
Le vedi.
Non devi guardarle, non importa molto la calligrafia, devi solo vederle. È solo quando impari a vederle che riesci a farle tue, a usarle come benzina nella tua immaginazione e creare interi mondi.
Chi scrive crea infiniti universi, ognuno li popola con i propri pensieri, con i propri personaggi. Posso dire che tizio aveva la barba e i capelli arruffati, chissà come lo immaginereste voi... Potrei dire che lei sorrideva, non solo con le labbra... Cosa immaginate ora?
Le vedi. Sono solo lettere legate insieme. È all'interno che trovi gli universi. E quando diventi bravo? Quando diventi davvero bravo riesci a scrivere e leggere all'interno delle righe, negli spazi vuoti, tra le righe stesse.

Io ti vedo.
I miei occhi incrociano i tuoi... Non c'è più l'iride con i colori del bosco, non c'è una pupilla che diventa grandissima quando ti emozioni... Non c'è più nulla, solo un'Anima incredibile, bellissima e in multicolore, piena di ogni luce...
Mi posso specchiare lì dentro, perdermi come se nulla sia mai esistito prima

... adoro perdermi