martedì 3 maggio 2016

Io odio le audioguide

















Già, forse è un pò esagerato parlare di odio per degli inutili pezzi di plastica, forse dovrei portare un pò di rispetto per dispotivi tanto innovativi. Sono una rivoluzione del 22° secolo, ci permettono di comprendere l'arte anche se siamo delle capre, anche se pratichiamo il culto dell'usa e getta.
Usa e getta, telefonini auto e compagnia bella. Selfie, facebook, social network. Persone volti gatti e migranti, una foto e un like, frasi storiche di grandi pensatori appiccicate a splendide rose con effetto glam. Aforismi del nostro male d'essere, di noi popoli della terra di mezzo, della storia di mezzo.
Noi che ci si indigna davanti ai politicanti e crediamo ai giornalai, noi che cerchiamo le notizie del "Non posso crederci, assurdo!" e noi che crediamo ad ogni santa guerra. Guerra che non ci tocca, che non ha più nè testimoni nè soldati, solo tecnologia.
Aerei pilotati da ragazzini davanti ad uno schermo colpiscono e dilaniano persone lontane da loro, l'ultimo videogame con una grafica da urlo, un urlo che non sentono, che non sentiamo.

Mi accovaccio, mi guardo intorno... Zombie con i loro altoparlanti personali ascoltano la storia di turno, guardano scatti di altri tempi, immaginano la storia e l'epoca in cui tutto si è svolto. E per la miseria, appagano il loro senso estetico e compiacciono della loro esperienza da raccontare a tutti gli amici, ai loro follower. Non capiscono che la storia è oggi. Non esiste un passato melodioso e denso di significato se non lo guardi dal futuro.

Penseranno mica che quando ho scattato queste foto io vivessi in una parigi di colori? Ero in periferia, faceva freddo... come ora, ora che me ne torno nella pace.

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