domenica 29 maggio 2016

Pensierosi chiassosi.


È un gran chiasso... In due giorni ho fatto di tutto, non ho fatto nulla e nello stesso tempo ho fatto un sacco di cose nuove.
Non mi è facile mettere un filo conduttore a tutto quanto, direi che la foto rende l'idea: comunicazione. Il filo che conduce si rifà al comunicare, farlo con le foto e farlo passeggiando solo per Como, farlo con perfetti sconosciuti o diventare "fotografo semiufficiale" durante un evento. Comunicare, con i gesti, con i comportamenti, con le parole. Con persone diverse, con adulti, ballerine, bambini dappertutto, danza... E poi mettere piede in chiesa, nel paese dove ora non sei più uno sconosciuto, scattare foto a chi fà un anniversario davvero importante.
Ovunque volti familiari e sconosciuti, settare il proprio pensiero fotografico su quello che fai al momento.

Andiamo dall'inizio, sono andato a Como: ho fatto un'uscita simile a quella di sabato scorso, passeggiare solo e guardarmi intorno, ma la città è diversa, caotica... E bang, un bel buco nell'acqua. Mi guardavo intorno abbastanza spaesato, un sacco di angoli buoni sprecati dalla spazzatura: se interessa sò per certo che il venerdì mattina ritirano la carta, gli abitanti la ammucchiano ovunque il giovedì sera.
Dopo un inutile giro dove ho incontrato un sacco di turisti e gente al telefono ho pensato bene di appostarmi alle mura, sedermi a terra e lasciarmi scorrere la città davanti... L'ora era sbagliata, dopo l'aperitivo e prima di cena fondamentalmente non passa nulla di interessante... Dicevo un buco nell'acqua, e in effetti non mi sono bevuto neppure una birretta o uno spritz, ho solo scattato senza farmi notare, una bestialità enorme di telefonini! Ave al ripetitore...

Venerdì serata relax, kebap e birra, dei buoni giri di grappa e a nanna, sabato era un gran giorno: evento in una villa con una scuola di ballo!
Batterie cariche, obiettivi pulitissimi e dentro in villa, dalle 9 si inizia... Wow. Un fiume di danzatrici, prima le piccole e dopo le grandi e avanti a puntascatta fino alle 13, poi si mangia.

Ho cercato di stare sulle mie corde, di non affiancarmi a qualcuno più esperto e semplicemente fare quello che mi ispirava... Non volevo iniziare a copiare le pose classiche, fare e rifare le stesse foto, in fondo eravamo già circondati da esperti e io potevo tranquillamente toppare un pò... E go, stanzetta spoglia in stile anticato e ballerine che vanno e vengono, una specchiera, un divano, due finestre... Il sole che entra e si nasconde tra le nuvole e poi torna, io che lotto tra il buio della stanza e le lamate di luce improvvisa, foto che si incendiano e poi si inceneriscono...
Il mio era un pò un rito, mi presentavo e invitavo a entrare, studiavo in pochi attimi la persona che avevo davanti e poi dovevo cercare di renderla al meglio. Pochi minuti in totale, un incrocio di sguardi sull'obiettivo e i saluti, avanti un'altra...
Dannazione, per uno come me che preferisce chiaccherare e prendersi tutto il tempo del mondo, questo è proprio il peggio. Ma è così daltronde, non avevo molte speranze. Inizio con il prendere il giro quando ne entrano due, e parte la psicologia: è gelosia quella che vedo? Una impaziente di essere fotografata e l'altra che vuole assolutamente l'attenzione totale. Già lo scegliere crea astio, il non scegliere porta tutti a guardarsi aspettando chi fà il primo passo... Il tempo è poco, il mio miglior sorriso e gentilezza, non dobbiamo buttar via nè creare problemi, anche questo è fotografia?

Quando finalmente prendo pratica finiscono le ragazze ed entrano "delle nanerottole": allo specchio non arrivano, a malapena all'altezza del tavolo... Ottimo! Mi resta il divano e la finestra, per fortuna che abbiamo anche un camino... Quindi inizio ad esordire con qualcosa tipo: "Benvenuta, io sono Andrea! Prego, mettiti comoda, NEL CAMINO!" E giù a carponi, in ginocchio, svaccato sotto il tavolo... Non posso fare tutte le foto in fotocopia, dallo stesso punto di vista, e se maometto non arriva alla montagna (visto che arrivano al metro) vorrà dire che la montagna arriverà a terra...
Ho visto gli altri metterle sulla sedia, sul tavolo... Io no, sono io a scendere al loro punto di vista, almeno sarà un punto di vista interessante.
E via, una botta di foto infinita, rafficate colossali, una seconda guerra mondiale giocata con una mitraglietta sola... Uff! Quando il gruppo è finito era stanco, sudato... Che botta! Il gruppo dopo ho trovato un sostituto, io ho mollato il colpo. Vi prego, portatemi via... Hahaha!!!

Alla pausa pranzo abbiamo fatto una bella combriccola dal siciliano, arancini come se non ci fosse un domani e poi tutti ai posti di combattimento: io e la mia Compagna siamo dovuti andar via, ma i sostituti erano grandi persone, quindi... Bingo!

Il bingo l'ho visto al pc, quando ho scaricato la macchina... C'erano dei Batman, e lì ho scoperto quanto una persona faccia dietro l'obiettivo. Ho sempre pensato a Batman come una creatura della notte, cavaliere oscuro, una figura inquietante... Ed ecco che al pc compaiono foto di Batman delle elementari con dei chiaroscuri forti, e negli sguardi realmente tetri. Foto belle, di impatto, quelle che cercavo... I genitori quante legnate mi darebbero nel caso? Il loro bel figlioletto che si staglia fuori dalla luce completamente in nero...
Ho fatto una cazzata.
Guardo tra le ballerine e mi accorgo che "il minimo sindacale" potrebbe esserci, ma le foto più interessanti sono di impatto, inquietanti anche loro... Cogliere gli sguardi forti, accorgermi che ho catturato quello che normalmente vedo intorno, giochi allo specchio e lance di luce a bruciare i contorni... E no, non è questo che mi hanno chiesto, quello che mi piace non doveva finire nella macchina ma è stato più forte di me. E va bene, perchè ho anche il minimo sindacale a pararmi le chiappe!

Insomma, aspetto di consegnare le foto e spero di non essere impalato.

Oggi l'ultima scenetta... Celebravano una messa per gli anniversari, chi 35, chi 40... Chi 60: i nonni della mia Donzella, che oggi non ha potuto in alcun modo venire. Ci vado io!
Ci vado e mi preoccupo, non sono cristiano. Parlando con qualche prete mi sono spesso sentito dire che sono più cristiano io di molti praticanti, rispetto l'opinione e rispetto chi crede, mi mette comunque a disagio il dover partecipare.
Entro, chiedo al prete il permesso di fotografare (un ragazzo che avrà la mia età) e ricevo la massima disponibilità, anche a girare intorno per la canonica, cosa che non farò mai.
Gentilissimo, una persona veramente forte, qualcosa che non vedevo da molti anni... Resta il fatto che mi muovo intorno con la massima discrezione, cerco di non farmi notare e di scattare, la luce mi è nemica anche in questa giornata tetra... No, non userò il flash in faccia a 200 persone, mano ferma e alti ISO, e speriamo in bene...
La cosa funziona, riesco a fare dei buoni scatti senza incasinare troppo fino a che nel più assoluto silenzio quasi abbatto una sedia e un confessionale, senza però fare il minimo rumore! Matrix!
Al termine c'è un piccolo rinfresco, bottiglie e salatini, e mentre mi godo un buon bicchiere parlando con un signore delle donne mi chiedono se sono un giornalista... di nuovo? No, non sono con l'altro giornalista che mi ha flashato a caso... No, non scrivo per i giornali, non sono giornalista, lo giuro! Lo saprei nel caso!
Mi chiedono se gentilmente posso lasciare i miei scatti per i parrocchiani... ehm... ok! Raggiungo il prete, che nel frattempo si era messo a riempire bicchieri e distribuire pizzette, mi ringrazia per il mio comportamento così rispettoso e lo avviso che mi hanno chiesto di fargli avere le foto... Voleva darmi la mail, l'ho anticipato lasciandogli un mio biglietto, molto lieto di essere stato di aiuto...

Tornando a casa ho ricordato cosa c'è scritto su quei biglietti: Andrea "DIABOLIKO" C...

Non credo mi chiederanno alcunchè!

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